

L'ACQUA PER LA VITA
Il problema idrico nei paesi poveri
Il continente africano ha una quantità di acqua nel sottosuolo, racchiusa nelle profondità delle falde acquifere, di gran lunga maggiore rispetto a quella presente in superficie: l'unico problema è che la popolazione non ha accesso a questa risorsa così importante. Infatti più di 300 milioni di persone non hanno la possibilità di usufruire di questo bene, chiamato anche “oro blu”. A ciò si aggiunge che le piogge sono scarse e il territorio è arido; ma al di sotto di esso vi è un vero e proprio lago di acqua dolce.
La scoperta di queste riserve idriche è da attribuire ai ricercatori del British Geological Survey di Keyworth, Nottingham. L’oro blu stipato nel sottosuolo potrebbe permettere agli abitanti del continente di ricevere fino a 20 litri di acqua potabile al secondo. Vi è però un grosso problema legato allo sfruttamento di tale risorsa: questa distesa sotterranea non deriva dalle piogge, ma rispecchia lo stato dell'Africa di 5.000 anni fa. Proprio perché non proviene dal cielo, si sconsiglia l'estrazione di ingenti quantità d'acqua, poiché quest'ultima non si riformerebbe e questa grande scorta si esaurirebbe velocemente.
I geologi hanno pertanto invitato la popolazione ad utilizzare i metodi classici per rendere sostenibile la captazione, come l’uso dei pozzi tradizionali e del pompaggio manuale , al fine di estrarre soltanto l'acqua necessaria all'agricoltura locale.
Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità pone grande attenzione al problema dell’accesso all’acqua potabile, fondamentale per la salute, per il benessere e per eliminare le disparità economiche nelle varie aree del mondo, come sottolineato di recente durante il Vertice dell’Acqua, svoltosi a Budapest (9-11 ottobre 2013).
Si auspica pertanto un futuro nel quale in tutte le zone del mondo ci sia accesso a questa risorsa, fondamentale per la nostra vita e per tutti gli abitanti del pianeta Terra.
Chiara Galli 4L
Fonte: www.focus.it
In Africa e in altre zone del mondo uno dei problemi quotidiani è quello della carenza d'acqua.
Infatti, per procurarsi questo bene necessario per la sopravvivenza, le popolazioni devono compiere un lungo percorso. Questa situazione coinvolge il 60% della popolazione africana, nonostante le enormi riserve d'acqua che si trovano sotto il continente.
Alla siccità si aggiungono anche la distribuzione disomogenea di questa fondamentale risorsa nelle varie aree geografiche del pianeta, gli sprechi che avvengono nella maggior parte dei paesi più sviluppati e il riscaldamento globale.
Il risultato allarmante di tutti questi fenomeni negativi è la morte di un bambino ogni 17 secondi, dovuta alla mancanza di acqua potabile.
Un altro territorio colpito dall'insufficienza d'acqua è l'Amazzonia, in cui la scarsità di piogge ha provocato danni ai villaggi e al clima globale. In Brasile si sono, inoltre ,verificate carenze energetiche, dovute alla poca quantità d'acqua nelle dighe.
Anche la Cina settentrionale ha subito le conseguenze della siccità, soprattutto in campo agricolo, con ripercussioni sull'intera economia.
Per quanto riguarda il futuro, i dati non sono positivi: si stima che entro il 2030, se la popolazione raggiungerà gli 8 miliardi, ci sarà ancora più necessità di acqua potabile per la sopravvivenza, oltre che per ragioni economiche ed energetiche.
In conclusione: chi disporrà di risorse idriche sarà padrone del mondo.
Sormani Alice 4L
Fonti:
http://www.focus.it/cultura/quando-l-acqua-non-c-e-23072013?gimg=40098&gpath=#img40098
La carta dell’acqua è un documento molto importante per la salvaguardia dell’acqua ed invita anche ad amministrarla e condividerla equamente. L’articolo 10 infatti cita così: "l'acqua è un patrimonio comune il cui valore deve essere riconosciuto da tutti. Ciascuno, infatti, ha il dovere di economizzarla e di utilizzarla con estrema cura”.
Nel mondo, purtroppo, ci sono gravi squilibri nella distribuzione dell’acqua, soprattutto nelle zone più povere, come l’Africa. Un Africano su sei infatti non possiede neanche l’acqua per soddisfare la propria sete, mentre ad esempio una famiglia italiana ne utilizza 200 litri al giorno. Quello che manca in Africa però non è l’acqua in sè, ma i mezzi per estrarla e renderla potabile e utilizzabile per soddisfare i bisogni giornalieri e domestici. In un interessante articolo pubblicato su Focus infatti si può leggere che nel sottosuolo africano vi è un’immensa distesa di acqua di oltre mezzo milione di chilometri quadrati, più precisamente sotto i territori del Nord Africa, in Libia, Egitto, Algeria, Niger, Chad e Sudan occidentale. Purtroppo però non è possibile intervenire subito e iniziare immediatamente i lavori di estrazione. Quest’acqua e il terreno su cui essa giace hanno bisogno di essere esaminati. Quello che preoccupa di più è il pericolo che quest’acqua venga monopolizzata da Nazioni potenti e che non venga utilizzata per risanare e aiutare le popolazioni africane veramente bisognose.
In Italia da diversi anni la LVIA (Associazione Internazionale Volontari Laici) organizza la settimana dell’acqua, un progetto che si occupa appunto di sensibilizzare i giovani proprio sull’argomento della mal gestione delle risorse di acqua. L’associazione intervenne in Africa per la prima volta nel 1967 e ancora oggi si impegna nella costruzione di pozzi e fognature nelle zone più povere del continente africano e si incarica di garantire igiene e salute. Durante quest’anno la LVIA si sta impegnando nella costruzione di tre pozzi e di tre Comitati di gestione dei punti d’acqua. Anche se l’intervento di questi volontari è estremamente importante per il futuro dell’Africa, i fondi destinati a queste opere sono esigui. Pertanto, le potenze mondiali devono cercare di aiutare le popolazioni bisognose proprio partendo dal problema della mancanza di acqua. Essa è infatti l’elemento che permette la vita, oltre che essere un diritto inalienabile di ogni uomo sulla terra. Infine i Paesi più ricchi del mondo devono imparare a rispettare questa grande risorsa, cercando di non sprecarla e contaminarla, perché, nonostante il globo terrestre sia composto dal 97% di acqua, solamente l’1% di essa è utilizzabile dall’uomo. L’acqua non è una risorsa infinita.
Allodio Jessica
Franchi Francesca 5M
Oggigiorno nel mondo mancano le condizioni igieniche di base per circa un 1 miliardo di persone. Una persona su tre non dispone nemmeno di un semplice gabinetto. Inoltre, si stima che siano i bambini a pagare il prezzo più alto di tutto ciò. Secondo il Forum Mondiale dei bambini per l’acqua tenutosi nel 2006, 400 milioni di bambini in tutto il mondo vivono senza acqua potabile. Di conseguenza contraggono facilmente malattie igienico-sanitarie come la diarrea, che fa ammalare più bambini sotto i cinque anni di qualsiasi altra malattia, uccidendone ogni giorno 4.500 (seconda causa di mortalità infantile) .
Penso che sia dovere di tutti evitare un consumo eccesivo d’acqua. È vergognoso pensare che una persona negli USA manda nelle fognature 50 litri d’acqua ogni giorno solo per scaricare il gabinetto, mentre nella penisola araba il 90% della popolazione è priva d’acqua. Per ridurre questo enorme divario è necessario cambiare le nostre abitudini, per esempio dovremmo chiudere il rubinetto quando non ci serve mentre ci laviamo i denti, oppure bere l’acqua del rubinetto invece di acquistare l'acqua in bottiglia, così risparmieremo anche denaro e produrremo meno rifiuti. In questo modo ognuno di noi contribuirà alla salvaguardia del nostro “oro blu” con un piccolo ma significativo sforzo.
Federico Tessarin 5L
Fonti:
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www.cooperazioneallosviluppo.esteri.it/ WORLD WATER FORUM (Marsiglia, 12-17 marzo 2012)